venerdì 26 aprile 2013

If my blog was a picture..

Ecco il quadro che ho scelto:



Questo quadro si chiama "Il Naufragio" ed è stato dipinto dal pittore romantico inglese William Turner nel 1805. Si tratta di un'olio su tela, attualmente conservato al museo Tate di Londra. L'anno scorso ho avuto l'occasione di ammirarlo dal vivo e mi ha colpito l'energia che il pittore riesce a trasmettere con le sue tele. Mostra chiaramente come sia necessario lottare per poter sopravvivere alla potenza della natura. Lo stesso Robinson Crusoe è più volte vittima di tempeste: la prima la si trova già  nel secondo capitolo!

"Intanto infuriava la procella, e il mare, ove io non mi era trovato giammai, divenne altissimo, benchè non quanto io l’ho veduto molto tempo dopo, e nemmen quanto lo vidi pochi giorni appresso; ma era abbastanza per atterrire allora un giovine navigatore come me; chè non sapeva nulla di tali cose. Io m’aspettava che ogni ondata ne avrebbe inghiottiti, e che ogni qualvolta il vascello cadeva (io così immaginava) entro una concavità apertasi tra un cavallone ed un altro, non ci saremmo rialzati mai più."

Anche il capitolo successivo è dedicato a una tempesta, la prima vera tempesta il cui un gruppo di navi, come descritto nel quadro, viene distrutto e la vita dei marinai è appesa a un filo.

"Allora infierì assai terribilmente la burrasca; allora cominciai a leggere la paura e l’avvilimento su i volti de’ medesimi marinai. Il capitano si dava con la massima vigilanza all’opera per preservare la nave; ma mentre or tornava nella sua camera, or ne veniva passandomi da vicino, potei udirlo quando disse parecchie volte fra sè medesimoDio, abbiateci misericordia! saremo tutti perduti, tutti morti! e cose simili. Durante i primi scompigli io rimaneva istupidito tuttavia nella mia camera, posta dinanzi alla paratia della grande, nè potrei descrivere qual fosse lo stato dell’animo mio. Mai sapeva in allora ripetere que’ primi atti di pentimento ch’io avea sì apertamente posto in non cale, e contro cui si era indurito il mio cuore; pensava che anche l’orrore della morte fosse passato; che anche questa tempesta finirebbe in nulla come la prima; ma quando lo stesso capitano venutomi da presso disse egli medesimo, come ho raccontato, che saremmo tutti perduti, non so esprimere quanto orridamente restassi atterrito."


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